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Martínez de la Rosa, Francisco de Paula.

Uomo di Stato e scrittore spagnolo. Educato secondo i rigorosi canoni classici, fu professore di Filosofia all'università di Granada (1808). Fu deputato liberale dal 1812 al 1814, ma dal 1814 al 1820 venne confinato nelle isole Canarie a causa delle sue simpatie liberali che espresse pubblicamente anche nel canto patriottico composto in occasione della guerra di liberazione dal dominio napoleonico. Dal 1820 al 1823 fu presidente del Consiglio e ministro degli Esteri poi, durante il Regno reazionario di Ferdinando VII, fu esule in Francia. Nel 1834 poté tornare in patria, dove riprese l'attività politica; nel 1834 fu nuovamente presidente del Consiglio, nel 1842 ambasciatore a Parigi e a Roma e infine, dopo un nuovo periodo di esilio a Parigi (1840-43) durante la dittatura di Espartero, presidente delle Cortes e del Consiglio di Stato (1952). Come letterato scrisse opere poetiche e teatrali inizialmente rispondenti ai canoni classici e poi ispirate invece alle nuove teorie romantiche. Tra le sue opere teatrali citiamo La congiura di Venezia, anno 1310 (1834), primo dramma romantico spagnolo, la tragedia alfieriana La vedova di Padilla (1814), il dramma in prosa Abén Humeya (1830); tra le liriche ricordiamo il poema epico Zaragoza (1809) e Poesie liriche. Scrisse inoltre una Arte poetica (1827), alcuni romanzi e la Costituzione del 1835 (Granada 1787 - Madrid 1862).